Al SINDACO di Napoli
p.c. Ai Lavoratori del comune di Napoli

Prot. 570097 del 22.04.2020

In questi durissimi 50 giorni i lavoratori comunali rimasti in prima linea hanno offerto il volto migliore dei Servizi Pubblici. L’altro 70% del personale dell’Ente obbligato a lavorare da remoto o messo in disponibilità, in silenzio ha dato il proprio contributo al Paese fornendo sostanza al funzionamento dei servizi o subendo una logorante inattività, con perdite salariali mensili di oltre 300 euro medi. In una guerra, quando il paese brucia, tutti assieme, ognuno dalla propria trincea, bisogna aiutare a spegnere l’incendio. Peccato, che sul fronte del datore di lavoro, stiamo, invece, assistendo a una commedia poco coerente con lo scenario su descritto.
Nel mentre imprenditori illuminati hanno aumentato gli stipendi, economisti di tutto il mondo paventano la necessità di liquidità per fronteggiare la più grande crisi dal dopoguerra, il suo Vice Sindaco ha scientemente deciso di stringere un cappio economico attorno alla gola dei dipendenti. Difatti, nascondendosi dietro inesistenti motivazioni tecniche nega il riconoscimento del ticket ai lavoratori in Smart Working e, lascia le categorie più deboli di A e B con un taglio salariale che li condanna a uno stipendio di circa 800 euro mensili.
Non occorrono premi Nobel per comprendere che ogni famiglia dei circa 7000 dipendenti, sta affrontando il dramma di figli, fratelli e familiari rimasti senza lavoro. Situazioni che si prolungheranno ben oltre il 4 maggio, dove gli stessi dipendenti dell’Ente saranno costretti a rimanere in lavoro da remoto. Gli stipendi già miseri di per sé causa la poca attenzione di questi ultimi 20 anni della politica verso il lavoro pubblico, stanno diventando dei veri ammortizzatori sociali. Le scelte scellerate dell’Ente, rischiano di spingere nel dramma dell’usura migliaia di onesti lavoratori.
Oggi a Napoli non ci si “arrangia più”, oggi l’orizzonte è l’incertezza e la povertà. Soffiare sul fuoco come sta facendo il suo Vice Sindaco e il suo Direttore Generale, serve solo ad ampliare le differenze e a minare il senso di appartenenza. Lei ha sempre sostenuto di voler perseguire nell’azione amministrativa “Scelte Costituzionalmente Orientate”, di scegliere la legalità sostanziale. Ebbene è venuto il momento di applicarlo ai 7 mila dipendenti dell’Ente.
Il ticket, le indennità, sono state riconosciute (senza ricorrere ad atti rivoluzionari e senza scontri sindacali) ai lavoratori del Ministero Beni Culturali, ai lavoratori delle Poste, dei Giornali, ecc. È venuto il momento che sia Lei in prima persona a decidere se la sua Amministrazione è da paragonare alla Fiat degli anni 60, se deve essere un deserto con tutto attorno gente che combatte e muore, o se vuole essere un luogo dove si costruisce un capo saldo dove aiutare la nostra città a Resistere. Non esistono motivazioni tecniche, decida Lei se sta al fianco dei lavoratori o se pensa sia giusto sottrarre salario a chi già è gravato da finanziarie, cessioni di stipendio e mutui.
Ci auguriamo che il suo concetto di reddito universale non parta dal tagliare il salario ai dipendenti dell’Ente che amministra. Da canto nostro, faremo la nostra lotta e trarremo le nostre riflessioni da ciò che Lei farà rispetto a questa lettera. Naturalmente una cosa è certa Lei ha diritto di scegliere da che parte stare, noi orgogliosamente stiamo al fianco dei lavoratori e non ci spaventa l’arroganza che oggi mostra l’Amministrazione nei confronti dei più deboli.
La nostra volontà è di dialogare, speriamo che almeno il Sindaco della nostra città voglia perseguirlo convocando egli stesso, anche ad horas una riunione con queste O.S. se questo dovesse servire a dare riconoscimento alle istanze dei lavoratori. Ogni minuto perso inasprisce gli animi, brucia i ponti, lascia ferite che non si rimargineranno.

Per le Segreterie


FP CISL – Agostino Anselmi

UIL – Annibale De Bisogno / Giuseppe Migliaccio

CSA – Franca Pinto / Roberta Stella