Al Prefetto di Napoli

Al Sindaco di Napoli

Al Capo di Gabinetto

Al Direttore Generale

Reg. prot. N. 5700127 del 16.06.2020

Il lunedì mattina è oramai un bollettino di guerra: il fine settimana è un inferno senza regole, con blocchi di traffico, violenze e dispregio di qualsiasi regola sull’intero territorio partenopeo. In questo quadro già preoccupante di suo, si innesta la polveriera Vasto-Piazza Garibaldi. Un luogo dove allo storico intreccio tra degrado e malavita, oggi si è aggiunta una presenza di immigrati che bivaccano ad ogni ora del giorno, si ubriacano o sono dediti insieme ai ROM alla vendita di materiale recuperato dalla spazzatura. Interventi per accoltellamenti sono divenuti ormai quotidiani come frequentissime sono le aggressioni subite dagli agenti. La professionalità e, diciamolo, anche un pizzico di fortuna, hanno impedito che annoverassimo altre vittime del dovere nel lungo elenco dei poliziotti locali. Governo, Comune, ecc. sembrano far finta di niente e la Polizia Municipale resta sola con poche pattuglie, spesso anche appiedate, che espongono il personale a inaccettabili ed inutili rischi personali. Gli agenti sono stanchi e provati da questo stillicidio che mostra al mondo intero le falle di un vero piano sicurezza per la città, la mollezza di ideali di accoglienza senza fondamenti costruttivi, che trasformano gli agenti in cuscinetti sociali. Non importa se ci sono morsi, graffi, coltelli che toccano i poliziotti locali. L’importante è che la guerriglia urbana termini come è iniziata: senza risposte concrete. Per sua storia la Polizia Municipale non fa differenza tra etnie, religioni o altre diversità. La diversità è ricchezza. Ciò che non è ricchezza è il dispregio delle regole, la violenza e l’idea che tutto è permesso senza avere rispetto degli altri, della città, della sua arte e cultura.
Vale per il Vasto come per la Movida.
La situazione purtroppo è drammatica e al cittadino sembra che nessuno offra risposte, che lo Stato sia lontano dalla realtà ampliando, così, la disaffezione nelle istituzioni.
Diciamo basta: che si faccia chiarezza sul modello di città che si vuole costruire, su quali siano le politiche di sicurezza e vivibilità. Senza una seria discussione, azioni certe, chiarezza sulle forze in campo e sul quadro di regole da far rispettare queste O.S. indiranno azioni di lotta nelle giornate e nelle zone cittadine più dense di rischi.
Diciamo basta, basta e ancora basta: le istituzioni si muovano altrimenti la disperazione per il disastro economico, quella del disagio sociale, l’intolleranza alle regole e il sempre presente malaffare formeranno una situazione che definire gravissima è un eufemismo.

Per le segreterie

UIL – Giuseppe Migliaccio

CSA – Roberta Stella